I dati parlano chiaro e non parlano certo un linguaggio che può rassicurarci: il numero di “nuovi poveri” è in aumento ed è destinato a crescere ulteriormente. Se appartieni ad una certa categoria sei più a rischio degli altri.
Un tempo si pensava che i poveri fossero coloro che, per un motivo o per un altro, non avevano un lavoro, non potevano permettersi una casa e dormivano per strada. Oggi sappiamo bene che non sono solo loro a fare fatica a mettere insieme almeno due pasti al giorno.
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I “nuovi poveri” sono professionisti che hanno perso il lavoro in seguito ai vari lockdown legati alla pandemia di Covid ma anche coloro che sono stati licenziati in quanto sostituiti dall’Intelligenza Artificiale o i liberi professionisti che hanno chiuso la loro attività a causa dell’aumento dei prezzi di affitto dei locali e materie prime.
Basta girare per le grandi città per rendersi conto che ogni giorno un’attività abbassa le saracinesche per non rialzarle più e dietro quella saracinesca c’erano imprenditori e dipendenti: lavoratori che ora non hanno più un impiego. Il mercato del lavoro è molto cambiato e continuerà a cambiare ancora.
Questi cambiamenti, inevitabilmente, taglieranno fuori qualcuno che andrà ad infoltire le schiere dei nuovi poveri. Secondo le previsioni degli esperti rischiano di più coloro che appartengono ad una determinata categoria: categoria che già ora non se la passa affatto bene.
Se appartieni a questa categoria rischi di finire in povertà molto presto
L’Intelligenza Artificiale metterà a rischio milioni di posti di lavoro in tutto il mondo, questo è un dato di fatto. Ma già ora ci sono moltissime famiglie che fanno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese, già ora la povertà è un rischio che ci sfiora da vicino. Secondo i dati Istat i soggetti più a rischio sono quelli che appartengono ad una categoria ben specifica.
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C’è un dato che dovrebbe indurre tutti a riflettere in un contesto in cui si dà sempre meno importanza alla scuola, alla cultura e all’istruzione. Eppure i dati Istat ci rivelano questo: livello di istruzione e povertà sono inversamente proporzionali. In parole povere vuol dire che le famiglie attualmente più povere sono quelle in cui gli adulti hanno solo la terza media. E sono sempre costoro quelli che rischiano di più per il futuro.
I numeri ci dicono questo: la povertà assoluta, oggi, colpisce il 12,3% delle famiglie in cui le persone hanno solo la licenza media contro il 4% delle famiglie in cui i componenti hanno almeno il diploma. Gli operai, in modo particolare, sembrano essere i più a rischio povertà con un tasso d’incidenza di oltre il 16%.
Naturalmente questo non significa che studiare e conseguire il diploma o la laurea sia garanzia di benessere economico ma solo che chi studia ha più probabilità di trovare un lavoro pagato a sufficienza da scampare il rischio di povertà assoluta. E se questa è la fotografia del presente, possiamo facilmente immaginare che in futuro le cose potranno solo aggravarsi.
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L’Intelligenza Artificiale difficilmente potrà sostituire un medico chirurgo o un giudice o un ingegnere o uno scienziato ma è probabile che, a breve, coloro che svolgono ruoli per i quali non sono richieste particolari competenze, verranno sostituiti da robot o da algoritmi.