Molti potranno finalmente dire addio alla TARI, l’imposta sui rifiuti che siamo tenuti a versare ogni anno al Comune in cui viviamo. Scopriamo chi non dovrà più pagare questa tassa.
Se facessimo una classifica delle imposte meno amate dai cittadini, nella Top 3 figurerebbe senz’altro la TARI, la tassa sui rifiuti che ogni anno siamo tenuti a pagare al Comune in cui siamo domiciliati. Il pagamento della TARI può avvenire o in un’unica soluzione oppure a rate.

Dopo IMU e Canone Rai, una delle imposte meno amate è la TARI. La TARI serve per finanziare direttamente le società che si occupano del ritiro dei rifiuti e del loro smaltimento nelle varie città. Il suo importo varia in relazione alle dimensioni dell’immobile in cui una persona o una famiglia vive.
Negli ultimi anni, tuttavia – complice una maggiore sensibilità verso le tematiche ambientali – la situazione nel nostro Paese è parecchio cambiata ed è stata introdotta la raccolta differenziata porta a porta. Questo per incentivare le persone ad una gestione più responsabile dei rifiuti.
A breve verrà introdotta un’altra novità che farà gioire milioni di cittadini: molti non saranno più tenuti al pagamento della TARI. Già proprio così: molti contribuenti non dovranno più versare questa tassa al Comune. Un bel risparmio in questi tempi di rialzi e carovita. Nel prossimo paragrafo scopriamo chi saranno i fortunati.
TARI: ecco chi non dovrà più pagarla
Addio TARI: molti non dovranno più pagarla. Anzi, a dire il vero molti contribuenti hanno già iniziato a beneficiare dell’esenzione e non versano più al loro Comune la tassa sui rifiuti che, ammettiamolo, è una delle meno amate. Scopriamo chi sono i fortunati che non devono più pagare questa imposta.
Ma perché la TARI è così poco ben voluta? La risposta è semplice: molti cittadini ritengono che questa imposta venga calcolata in modo inesatto e troppo approssimativo. Infatti la TARI si calcola sulla superficie degli immobili e va pagata, quindi, anche per gli immobili di nostra proprietà ma in cui non viviamo abitualmente come, ad esempio, le seconde case.

In pratica più la casa è grande e più una persona paga ma non sempre chi vive in una casa più grande produce maggiori rifiuti di chi vive in una casa di dimensioni più modeste. In virtù di questo ragionamento alcuni Comuni italiani hanno abolito la TARI sostituendola con la TARIP.
In pratica i cittadini che risiedono in questi Comuni non devono più pagare la Tassa sui rifiuti ma pagano la Tariffa Rifiuti Puntuale. Qual è la differenza? La TARIP è composta da una piccola parte fissa e poi da una quota variabile che cambia a seconda di quanti rifiuti vengono prodotti. In parole povere viene premiato chi produce meno rifiuti possibili.
Un modo, quindi, per incentivare i cittadini a ridurre gli sprechi, a riutilizzare ciò che si può e, quindi, ad avere un’impronta meno pesante sul Pianeta. Per il momento, in tutta Italia, sono solo 1.117 i Comuni che hanno sostituito la TARI con la TARIP ma si spera che, con il tempo, aumenti il numero delle amministrazioni locali che sceglieranno di adottare questa soluzione.