In certi casi, l’affetto e il sacrificio di un figlio possono prevalere sulle rigide regole dell’eredità familiare.
Quando un genitore invecchia, le dinamiche familiari possono cambiare profondamente. C’è chi sceglie di assisterlo con dedizione, sacrificando tempo ed energie, mentre altri rimangono più distanti, per scelta o per circostanze della vita. Ma quando arriva il momento di ereditare, questa differenza di impegno può tradursi in un diritto maggiore per il figlio che si è preso cura del genitore? La risposta, purtroppo, non è così semplice.
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Nel nostro ordinamento, la successione ereditaria prevede regole precise che tutelano i legittimari, ossia i figli e il coniuge del defunto. Tuttavia, un genitore può comunque decidere di favorire il figlio che si è preso cura di lui attraverso alcuni strumenti legali. Ma quali sono questi strumenti e quali ostacoli possono sorgere? Ecco la risposta nel dettaglio.
La scelta di un genitore tra affetti e diritti
Prendiamo in caso concreto. Giorgio, un anziano ex insegnante di matematica, ha vissuto gli ultimi anni della sua vita nella casa di famiglia assistito dal figlio minore, Marco. Gli altri due figli, presi dai loro impegni personali e lavorativi, hanno preferito non occuparsene direttamente, limitandosi a qualche visita occasionale. Marco, invece, ha rinunciato a molte opportunità lavorative per stare accanto al padre, accompagnandolo alle visite mediche e gestendo la sua quotidianità.
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Riconoscente per tanta dedizione, Giorgio ha deciso di trasferire la casa a Marco prima della sua morte. Per farlo, si è rivolto a un notaio e ha scelto la strada della donazione con riserva di usufrutto: in questo modo, ha potuto continuare a vivere nella sua abitazione fino all’ultimo dei suoi giorni, garantendo a Marco la certezza di ereditarla senza contestazioni future. Tuttavia, una volta scomparso Giorgio, gli altri due figli non hanno accettato la situazione passivamente.
Infatti, il diritto ereditario in Italia tutela tutti i figli con la cosiddetta quota di legittima. Se la donazione fatta a Marco ha leso i diritti degli altri due fratelli, questi ultimi possono impugnarla e chiedere la loro parte. E proprio questo accade di frequente: si apre una battaglia legale in cui viene messa in discussione la volontà del genitore e si riaccendono tensioni familiari mai sopite.
Per evitare simili conflitti, è fondamentale pianificare con attenzione la successione. Un testamento chiaro e l’eventuale liquidazione della quota di legittima agli altri eredi possono ridurre il rischio di liti. La figura del notaio, in questi casi, diventa cruciale per garantire che ogni passaggio venga fatto nel rispetto della legge, senza lasciare margini di contestazione.
Insomma, l’impegno di un figlio verso un genitore può essere riconosciuto, ma solo entro certi limiti. Affrontare la questione con trasparenza e lungimiranza è l’unico modo per garantire che l’amore e la dedizione ricevuti trovino il giusto riconoscimento anche dopo la morte.